È la materia prima che fa la differenza: l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è composto al 100% di mosto d’uva mentre gli altri prodotti sono un mix di vari ingredienti, quindi la risposta è assolutamente no!
Inoltre, il prodotto si può fregiare del nome “Aceto Balsamico” e degli aggettivi identificativi “Tradizionale” e “Tradizionale Extra-Vecchio” soltanto se supera tutti gli attenti controlli della completa filiera produttiva nel rispetto del disciplinare DOP incluso l’esito positivo dell’esame organolettico da parte degli esperti Assaggiatori. A questo punto viene imbottigliato dai soli centri autorizzati nell’unica ampollina autorizzata per legge da 100 ml “Giugiaro Design”.
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è un prodotto legato strettamente al territorio d’origine nonché all’area di produzione: Modena e provincia. Ogni fase della filiera produttiva, dunque, deve svolgersi in questo territorio, regola che non vale per l’Aceto Balsamico IGP.
Un produttore di Balsamico Tradizionale di Modena DOP, poi, può scegliere le uve da utilizzare per il suo prodotto solo tra quelle elencate dal disciplinare di produzione. Stesso discorso vale per la scelta dei tipi di legno delle botti che compongono la “Batteria”, l’unità di produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale. Infatti, il prodotto DOP deve invecchiare almeno 12 anni all’interno di una batteria di barili di differenti dimensioni, ordinati a scalare.
Più si approfondisce questo discorso più emergono aspetti molto importanti che stanno alla base della prodizione e dell’invecchiamento dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.